Fulvia Safari, 50 anni di di storia per la piccola coupè
- Dario Paccagnella
- 18 mar
- Tempo di lettura: 3 min

Fulvia Safari: l'ultima Fulvia, in edizione limitata e dal prezzo ribassato
Sono passati poco più di cinquant'anni dal Salone di Torino del 1974 in cui venne presentata l'ultima variante di allestimento della Fulvia coupé 3, la Fulvia Safari, dal nome chiaramente ispirato all' ostica corsa East African Safari Rally che si svolgeva annualmente nel continente Africano.
La "Safari" era caratterizzata da un allestimento semplificato, piuttosto spartano, con colori esterni talvolta pacchiani, che poco si addiceva alla classe ed eleganza delle vetture coupé Lancia, per questo fu aspramente criticata sia dalla stampa, che dal pubblico.
Probabilmente, fu l'ultimo tentativo di Lancia, da diversi anni in mano al gruppo Fiat, di portare avanti l'ampio successo raggiunto dalla Fulvia coupé, forse anche per cercare di oscurare la scarsa enfasi iniziale sul nuovo modello successore della Fulvia coupé, la Lancia Beta coupé, da poco in produzione.
D'altro canto però la Fulvia Safari presentava un considerevole vantaggio rispetto alla variante Fulvia coupé 3, il prezzo ribassato, cosa non da poco conto in tempi di crisi energetica.

Nonostante l'indole spartana, che si riscontrava nell'ampio utilizzo di elementi neri in plastica, nell'assenza dei paraurti e dei poggiatesta, la Fulvia Safari presentava una caratteristica unica nel settore dell'automotive: l'interno completo
in denim.
Un altro chiaro indizio, oltre al prezzo corretto al ribasso, del tentativo di Lancia di attrarre sempre più un pubblico più sportivo e giovanile, ma meno raffinato rispetto al classico cliente Lancista.

Ma ora vediamo più nel dettaglio della vettura, prodotta in circa 900 esemplari in edizione limitata. Esternamente, come già accennato precedentemente, non disponeva dei paraurti (che a richiesta erano disponibili) e presentava diversi elementi neri: la calandra anteriore comprensiva del contorno fari, la griglia cofano, i tergi e i relativi bracci, i cerchi in ferro (ma con sovrapprezzo vi era la disponibilità di avere cerchi in lega leggera), nonchè uno specifico specchietto esterno prodotto dall'azienda Arca.
Internamente presentava un interno in tessuto denim ("jeans") con tramatura specifica sia per i sedili anteriori, fissati sui guide inclinate in tinta, che per la panchetta posteriore, la quale non risultava imbottita; a richiesta erano disponibili sia i poggiatesta schiumati, che l'intero interno completo in sky nero.
Il volante era uno specifico Ferrero 3 razze, la strumentazione anche' essa era specifica (la medesima Veglia Borletti con spicchio rosso della variante Fulvia Montecarlo), il pomello del cambio solitamente era in legno, come nelle altre varianti di allestimento, ma talvolta ne veniva montato uno nero esclusivo, mancava l'accendisigari e al posto dell'orologio (anche'esso disponibile come optional, marca Veglia Borletti al quarzo su fondo nero) era alloggiata la specifica targhetta "FULVIA SAFARI serie speciale" con l'indicazione del numero di esemplare, e solitamente, il nome o cognome del proprietario acquirente: un amaro tentativo di darne una certa esclusività al proprietario.
Le porte invece presentavano deflettori fissi e non disponevano delle luci di segnalazione.
Al retro erano presenti poche differenze rispetto alla Fulvia coupé 3: le luci targa "Carello" incassate nello specchio di coda illuminavano la targa, ma costrinsero i progettisti a variare il posizionamento delle targhette indicante il marchio e modello spostandole più in alto.

La Fulvia Safari rappresento' quindi il canto del cigno del modello Fulvia coupé, la cui produzione totale terminò nel Giugno del 1976.
Undici anni di successi per la Fulvia coupé che, dal 1965, rese grande il nome Lancia nel mondo e segnò un'epoca per giovani e meno giovani. Una vettura iconica disegnata da Piero Castagnero su ispirazione delle linee del famoso motoscafo Riva.
La Fulvia Safari, tanto snobbata all'epoca, e di per se poco conosciuta al grande pubblico, oggi invece vive una florida seconda giovinezza: ricercata dai collezionisti, risulta di difficile reperibilità nel mercato delle vetture storiche, forse anche a causa della sua esclusiva produzione in tiratura limitata.
Testo: Dario Paccagnella
Foto: Press Lancia