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Ferrari 250 LM e la North American Racing Team

Immagine del redattore: RedazioneRedazione

Copertina Ferrari 250 LM

Come spesso accade queste storie iniziano con un italiano che ha fondato qualcosa di memorabile.

Siamo all'inizio del 1900 quando il giovane Luigi Chinetti inizia a lavorare nell'officina del padre ed a 16 anni la prima svolta della sua vita, poiché entra a far parte della squadra corse dell'Alfa Romeo.

In quegli anni uno dei piloti gentlemen-drivers di Alfa Romeo era Enzo Ferrari; Il giovane Luigi, quasi coetaneo di Ferrari, riesce così a stringere una delle amicizie più importanti della sua vita.



By Agence de presse Meurisse
Sommer and Chinetti nel 1932 alla 24 Hours of Le Mans

Luigi Chinetti, affiancò alla carriera di meccanico quella di pilota, ottenendo ottimi risultati soprattutto alla 24 ore di Le Mans, dove partecipò dal 1932 al 1953, guidando per l'Alfa Romeo, la Talbot e infine per la società del suo caro amico Enzo, la Ferrari.

Oltre alle vittoria del 1932 e del 1934 con l'Alfa Romeo, Luigi Chinetti portò la Ferrari sul gradino più alto del podio all'esordio a Le Mans nel 1949 al volante di una Ferrari 166MM.

Oltre al successo a Le Mans, Chinetti vinse la 24 Ore di Spa nel 1933 al volante di un'Alfa Romeo e di nuovo nel 1949 su una Ferrari; la 12 Ore di Parigi nel 1948 e nel 1950, entrambe su Ferrari; e partecipò quattro volte alla Carrera Panamericana, una gara di cinque giorni e 2.100 miglia (~3.380 chilometri), vincendo l'evento nel 1951 e classificandosi 3° nel 1952, entrambe le volte a bordo di una Ferrari.


Dopo lo scoppio della guerra Chinetti si trasferì negli Stati Uniti dove trovò lavoro presso Pratt and Whitney e in seguito supportando lo sforzo bellico lavorando sui motori Rolls-Royce presso J.S. Inskip.

Divenuto cittadino americano e dopo aver annunciato il suo ritiro dalle corse, l'attenzione di Chinetti si spostò sulla vendita di auto, qualcosa in cui era stato coinvolto parallelamente.

Divenne l'importatore nordamericano della Ferrari, inizialmente con sede a New York City, e alla fine si trasferì a Greenwich, nel Connecticut.

Il rapporto di Chinetti con Enzo gli consentì una linea diretta con i vertici della fabbrica; fu attraverso quella connessione, e il rispetto che Maranello aveva per Chinetti, che più auto da corsa Ferrari storicamente significative passarono attraverso le sue porte rispetto a qualsiasi altro concessionario della fabbrica. Si posero le basi per la nascita della squadra corse N.A.R.T. (North America Racing Team)


 
Copertina di "AUTO ITALIANA" del 1963
AUTO ITALIANA del 1963 (collezione Garage d'epoca)

A metà del 1963, la Ferrari era alla ricerca di una sostituta per la 250 GTO, ed Enzo Ferrari pensò che la 250 P poteva essere trasformata in una formidabile Berlinetta di classe GT.

Una versione modificata del telaio della 250 P fu montata con una nuova carrozzeria in lega leggera da Scaglietti.

Dopo aver presentato formalmente la 250 LM al Salone di Parigi del 1963, la Ferrari faticò a ricevere l'approvazione dell'omologazione dalla FIA. Frustrato dal rifiuto della FIA di collaborare, Enzo Ferrari perse rapidamente interesse nella 250 LM e fece partire una produzione minima destinata ai privati ​​anziché a qualsiasi utilizzo corsaiolo. Così facendo, la 250 LM divenne la prima Ferrari con motore posteriore venduta a clienti privati, dando inizio a una tendenza che dura ancora oggi.



 

LA FERRARI 250LM ALL'ASTA

L'esemplare proposto all'asta di Rm Sotheby's a Parigi il prossimo 4-5 febbraio è senza ombra di dubbio il più importante dei 32 esemplari costruiti.

Completata la costruzione alla fine del 1964, il telaio 5893 è il sesto esemplare di 250 LM costruito (secondo la sequenza numerica), ed è stato distribuito alla Luigi Chinetti Motors che, dopo una prima vendita a Walter Young, tornò nelle mani di Chinetti che decise di schierare la vettura in gara con il team N.A.R.T. pilotata da Masten Gregory e Jochen Rindt, affiancandola alla Ferrari 365 P2, #18, guidata da Pedro Rodriguez e Nino Vaccarella.


 

L'ANEDDOTO DELLA VITTORIA ALLA 24H DI LE MANS

All'inizio della gara, la strategia per il 250 LM del NART era divisa: Rindt voleva spingere la macchina, mentre Gregory preferiva un approccio più prudente, consapevole delle difficoltà del 250 LM nel competere con i prototipi avanzati di Ford e Ferrari.

Il telaio 5893, con Gregory al volante, mantenne la posizione per tre ore, ma scivolò al 18° posto nella quarta ora, restando al 13° posto per le successive tre ore. Dopo l'ottava ora, le GT40 di Ford si ritirarono e il tempo iniziò a influire sulle loro prestazioni. I prototipi Ferrari si difendevano meglio, ma tre 250 LM continuarono a correre.

Nel corso della gara, il telaio 5893 risalì fino al 3° posto dopo l'11ª ora. Alla 18ª ora, si posizionò al 2° posto, con Dumay in testa.

Una sosta lunga per un danno alla carrozzeria della Ferrari in testa permise al 5893 di prendere il comando alla 21ª ora.

Con Gregory e Rindt al volante, il NART 250 LM vinse la gara, con cinque giri di vantaggio sulla Ferrari 250 LM #26 di Dumay e otto giri sulla 275 GTB #24 di Mairesse.

Un aneddoto affascinante, anche se non confermato, narra che Ed Hugus, pilota di riserva, completò il turno notturno al posto di Gregory a causa di problemi di visibilità, ma la sua partecipazione non fu ufficialmente riconosciuta fino a dopo la gara.


È stata una vittoria improbabile per NART e la 250 LM in un campo pieno di prototipi più potenti, ed ha segnato la prima e unica volta in cui una Ferrari iscritta da un privato ha ottenuto la vittoria assoluta alla 24 Ore di Le Mans, superando le vetture ufficiali della Scuderia Ferrari.

L’impressionante arrivo 1-2-3 per Ferrari ha segnato un allora record di sei vittorie consecutive a Le Mans per il marchio italiano. L’inarrestabile marcia verso la vittoria di Ford avrebbe dovuto attendere fino al 1966; per un ultimo anno, la 250 LM aveva garantito a Ferrari un’estensione del suo dominio a Le Mans.

Questo trionfo è stato particolarmente significativo poiché è stata l’ultima vittoria di Ferrari sul Circuit de la Sarthe per ben 58 anni, con la successiva vittoria che è arrivata solo nel 2023.

UNA PENSIONE RILASSANTE SU GASOLINE ALLEY

Nell’aprile del 1970, pochi mesi dopo aver lasciato la scena del Campionato del Mondo alla 24 Ore di Daytona, grazie all’intermediazione delle rinomate Kirk F. White Motor Cars, il telaio 5893 fu venduto da Chinetti al Museo dell’Indianapolis Motor Speedway.

Da allora, mantenuta con cura, la 250 LM è diventata uno dei pezzi più importanti della collezione del museo, venendo esposta occasionalmente in prestigiosi concorsi d’eleganza ed eventi automobilistici.

Oltre a essere stata presentata ai Monterey Historics nel 1994, vincitrice del premio Best of Show – Sport al Santa Fe Concorso del 2015 e presente al Quail, a Motorsports Gathering del 2016, la Berlinetta è stata esposta quattro volte al Pebble Beach Concours d’Elegance, tre volte all’Amelia Island Concours d’Elegance (dove ha ottenuto il premio Best in Show/Concourse de Sport nel 2023) e tre volte al Petersen Automotive Museum di Los Angeles.

Nel corso del tempo, il telaio 5893 è stato sottoposto a interventi occasionali di manutenzione e riparazione, tra cui il controllo dei freni nel 1994, il restauro del pannello del cofano nel 2004 e la revisione del cilindro maestro e di quello secondario nel 2015.

L’auto è ampiamente documentata, con un archivio che include copie di documenti risalenti alla proprietà di Chinetti, copie del Carnet de Pesage delle sue partecipazioni alla 24 Ore di Le Mans del 1965, 1968 e 1969, programmi di gara selezionati, un rapporto storico di Marcel Massini e un opuscolo originale Ferrari Berlinetta 250/Le Mans con il marchio Luigi Chinetti Motors in evidenza.

Inoltre, l’auto è accompagnata da copie dei libri N.A.R.T.: A Concise History of the North American Racing Team di Terry O’Neil e Ferrari in America: Luigi Chinetti and the North American Racing Team di Michael T. Lynch, in cui questa vettura è ampiamente descritta.


In sintesi, il telaio 5893 è la Ferrari di NART. Sarebbe il gioiello di quasi qualsiasi collezione sportiva, avendo conquistato il massimo traguardo per una Ferrari, e per qualsiasi auto sportiva da corsa del suo calibro: la vittoria alla 24 Ore di Le Mans, la gara di endurance più importante al mondo. Ora proposto dopo 54 anni di cura continuativa da parte di uno dei musei automobilistici più celebri e rispettati al mondo, il telaio 5893 è una leggenda autentica, nel mondo Ferrari, nella storia del team NART di Luigi Chinetti e nella tradizione di Le Mans.





 

Testo: GarageHub

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