Galeotta fu la Panda da rally con cui Sainz vinse il "Trofeo Panda"
Ebbene si, il due volte campione del mondo rally Carlos Sainz iniziò la carriera nel 1981 al volante proprio di una Panda.
Piccole apparizioni nel mondo rally, ma non per questo insignificanti. Fin dal debutto, la “piccola” Fiat è stata impiegata nello sport, soprattutto nei rally, con qualche incursione negli impegnativi raid tout terrain.
Il due volte campione del mondo rally guidò la piccola "sportiva" torinese in configurazione Seat, ma è esattamente lo stesso modello, dapprima in versione Gruppo 1, successivamente come Gruppo 2.
La Panda 4×4 prima serie venne impiegata in più occasioni, con alterni risultati, alla Parigi-Dakar.
Carlos Sainz, la carriera
Dopo il debutto proprio con la Panda, ha visto crescere la sua competitività, conquistando le prime vittorie nel campionato del mondo rally 1987 alla guida di una Ford Sierra.
E' però la Toyota Celica ST165 (Celica ST185 per il mondiale 1992) che lo porta alla vittoria dei campionati 1990 e 1992.
In quegli anni il mondiale rally vede come protagonisti molti campioni o futuri campioni, piloti del calibro di Biasion, Auriol, Kankkunen. E' infatti del pilota finlandese la vittoria del titolo del 1991, che la spunta per soli 12 punti di differenza sul rivale.
Il 1993 vede il madrileno alla guida della Lancia Delta, purtroppo con scarsi risultati causati da una vettura che non riesce a tenere il passo delle nuove Subaru Impreza e Ford Escort Cosworth.
Passato alla guida della Subaru Impreza nel 1994, Sainz trova come compagno di squadra il giovane McRae.
Quell'anno Toyota, Ford e Subaru sembrano in grado di giocarsi il titolo alla pari, saranno prima un infortunio di Delecour, e poi degli errori di McRae e Kankkunen a portare all'ultima gara Sainz ed Auriol quasi alla pari. Il pilota Francese ha la meglio e si corona campione del mondo rally.
Nel 1995 si giocano la vittoria del mondiale Sainz e McRae alla guida della Subaru Impreza con la storica livrea 555, è però il pilota scozzese a primeggiare sul compagno e conquistare il titolo.
Sainz decide quindi di cambiare ancora vettura, e firma con la Ford per mettersi al volante di una Escort Cosworth. Saranno due anni all'ombra della Mitsubishi di Tommi Makinen.
Il ritorno a Toyota e l'incredibile epilogo
Il 1998 è un costante testa a testa tra Sainz, Makinen, Auriol e Mcrae.
Le Corolla partono subito bene e nel corso della stagione si spartiscono le vittorie nelle varie tappe. Nella penultima tappa del mondiale, in Australia, Makinen viene penalizzato di un minuto per irregolarità (penalità poi revocata).
Il rally australiano mette in scena comunque un duello senza precedenti tra quattro piloti: Makinen, Auriol, McRae e Sainz.
Alla fine, a spuntarla è il finlandese della Mitsubishi, che supera di due punti in classifica generale Sainz. McRae invece, con un quarto posto finale dietro ad Auriol dice addio ai suoi sogni iridati.
L'ultimo rally in calendario, in Gran Bretagna, è quindi decisivo. Il finlandese della Mitsubishi scivola sull'olio perso da un'auto storica in una gara di contorno al rally, danneggia pesantemente la vettura ed è costretto alla resa.
Sembra tutto molto facile ora per Sainz, che si ritrova a dover soltanto concludere la tappa. A trecento metri dall'arrivo però la Corolla WRC dello spagnolo si ferma con il motore rotto, mandando letteralmente in fumo, il titolo che pareva già in tasca al madrileno.
Tra il 1998 e il 2003 Sainz corre con Toyota, Ford e Citroen, non trovando mai una vettura competitiva per ambire al titolo. Raccoglie quindi alcune vittorie e arriva terzo nella classifica generale nei campionati 2000, 2002 e 2003.
La partecipazione alla Dakar
Conclusa l'esperienza nel mondiale rally dopo 17 anni, Sainz prova l'esperienza della Dakar.
Dopo un paio di anni di assestamento alla competizione, riesce ad aggiudicarsi il titolo nel 2010 nella categoria auto, alla guida di una Volkswagen Race Touareg 2.
Il pilota madrileno riesce a concludere in testa il rally anche nel 2018 a bordo della Peugeot 3008 DKR maxi e nel 2020 alla guida della Mini John Cooper Works Buggy.
Testo: Garage d'epoca
Foto: fonti sconosciute